Poesie di A. Patanè Ferro
andirivieni laico
ti perdo tra le foglie nel rito della potatura che le rose custodiscono nel sonno e ti ritrovo nella loro clamorosa bellezza, più tardi senza trucco, nascosta dai capelli sorpresa
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diafanìa
ho cercato di sfuggire al segno meno dell’implorazione ai sottobaci ad usura che sanno d’anice e colgate meglio l’assedio di un distratto “resta” quando qualcosa al posto mio frena le tue corse gira il cuscino, gira le tende e sul dorso degli sguardi lasciami raggiungerti e divenire geometria raduna le donne in te fra le mie mani mentre apparecchio quest’altra solitudine
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(eccoti nel giorno piena)
eccoti nel giorno piena di castano schernire l’incolore per me che sono nube e poi amante respira gli occhi la stessa aria che dal cuscino al nardo percorre muscoli senza finestre perché tu abbia un cielo ed io la bocca sei nel giorno piena di braccia e cartoncini a disegnare mani e linee e un indolente sole castano come un vecchio gatto fa le fusa