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Immagine del redattoreRaffaele Izzo

Recensione “Flop” di Salmo

Nei fumetti quando qualcosa cade, viene accompagnato da una scritta: FLOP. Questa accezione del termine insieme a quella di insuccesso artistico e commerciale, si intrecciano e diventano il filo conduttore di FLOP, il nuovo disco di Salmo. Ci troviamo davanti a uno degli artisti più chiacchierati del panorama italiano, un personaggio costantemente sospeso. Sospeso tra i successi e gli scandali, tra l'hardcore degli inizi e i singoli da classifica, tra l'arroganza e le insicurezze costanti. Salmo dopo il successo di Playlist è volato altissimo, e ora non riesce a pensare ad altro che al momento inevitabile della caduta. Equiparare il successo di Playlist è un pensiero che toglierebbe il sonno a chiunque, ed ecco che Salmo, sospeso a mezz'aria, decide di affrontare di faccia il flop, e quindi si butta in picchiata verso terra. Ecco che FLOP diventa perciò il disco liberatorio di un artista sospeso tra la libertà della fama e la prigionia della stessa.

La storia di un anticristo che torna dall'Inferno per sparare a zero contro Dio e allo stesso tempo di un angelo caduto sulla Terra per portare conforto a chi gli sta vicino.

A fine disco assistiamo alla morte e alla resurrezione di un artista che si libera dai giudizi altrui e dagli algoritmi. L'errore e il passo falso diventano qui, paradossalmente, i passi obbligatori per il successo.

Salmo ci dimostra ancora una volta di essere fortissimo nel ribaltare ogni situazione per portarsela a suo vantaggio.

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