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Giovanni Vanacore

Inediti

mio fratello è una zanzara

a settembre ha la fretta del

sangue e paura

di un letargo che potrebbe non finire

si rintana nelle crepe - sognando

le vene che pulsano d’estate

col suo ventre sempre più vacante




*




passano gli anni timbrando la pelle

più mi stanco e più

sbolle la mia furia -

mi addolcisco come

la frutta: marcendo



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